Vieni, ruba
Poesie
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Traduzione e Introduzione di Sara Fruner
Ricorda solamente
che un io in esilio resta sempre un io,
come una campana che da anni non suona
resta sempre una campana.
Ricorda solamente
che un io in esilio resta sempre un io,
come una campana che da anni non suona
resta sempre una campana.
Il libro
Vieni, ruba è una raccolta di poesie sullo stupore di un’esistenza che il tempo inevitabilmente sottrae. I componimenti di Hirshfield, che siano di scoperta, di ineluttabilità della sofferenza o di gioia improvvisa, si rivolgono a una comprensione più profonda e implicano un’attenzione sempre più intensa verso ogni aspetto dell’esperienza umana, dall’apparente banale quotidianità ai momenti più alti e ineffabili. È così che s’incontrano la furtività dell’arrivo del sentimento “come certe corde che, senza toccarle, vibrano se sono vicine a una che canta”; un’anatomia della solitudine che “sbagliata inacetisce l’anima” ma “giusta la olia”; una riflessione sulla deperibilità e sulla dolcezza che da essa ne consegue: “Poi d’un tratto eccomi colta da una strana felicità, come un uomo dotato di mani e bocca robuste, dentro quell’ora abitata da profumi che deperiscono e urtano”. Tutto questo altro non è che la perspicace consapevolezza del nostro comune destino, umani su questo pianeta. Che si tratti di sviscerare momenti intimi e familiari o di narrare un’esperienza fino a un attimo prima aliena, Hirshfield trova per ogni lato della vita un giusto ritratto, il suo nome particolare e memorabile.
Autrice
Nata a New York City nel 1953, Jane Hirshfield è poeta, saggista, traduttrice e insegnante. Una delle voci più importanti della letteratura americana contemporanea. Autrice di nove libri di poesie e di due raccolte di saggi, ha curato quattro libri dedicati a poeti del passato e contribuito alla riscoperta della storia di scrittrici dimenticate.
Dopo la laurea a Princeton, ha studiato al San Francisco Zen Center, dove ha ricevuto l’ordinazione laica nel 1979. Già cancelliere dell’Academy of American Poets, dal 2019 è membro dell’American Academy of Arts & Sciences. Ha scritto di lei Czesław Miłosz: “Una profonda empatia per la sofferenza di tutti gli esseri viventi… È questo che ammiro nella poesia di Jane Hirshfield. Il soggetto della sua poesia è la nostra vita quotidiana, i nostri continui incontri con gli altri e con tutto ciò che la Terra ci porta: alberi, fiori, animali e uccelli… Nella profonda sensibilità dei dettagli, la sua poesia illumina la virtù buddhista della consapevolezza.”
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